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"Un gioco, dunque. E nel quale, a ben vedere, tutto risulta fasullo: un critico sedicente e dall'identità posticcia scrive, citando colleghi anch'essi fittizi o fatti mai accaduti, la finta recensione di una lirica immaginaria, che invece verrà composta soltanto a posteriori da parte di qualcuno che si firma sotto falso nome! Questo qualcuno, però, ha l'anima e la sensibilità di un poeta autentico: tanto che alla fin fine, in codesta apoteosi dell'artificio e della simulazione, l'unica cosa non fasulla, anzi assolutamente genuina e vera, è rappresentata dalle sue poesie". (Giuseppe Varaldo)